La Tenda Ludica

Uno spazio protetto per interventire nelle situazioni di emergenza

Con i volontari di Psicologi per i popoli di Torino e Psicologi nel mondo. Abbiamo allestito una tenda ludica all'interno dei giardini della Reggia di Venaria in occasione de "il Sogno del Natale"

E' stata una bellissima epserienza di collaborazione con tutti gli psicologi impegnati durante l'anno in una attività di volontariato importante che è quella del sostegno psicologico durante le emergenze.

Alla Reggia abbiamo attivato un laboratorio per parlare di cosa succede quando la terra trema, abbiamo ospititato molti bambini e adulti per spiegare come si può utilizzare la tenda, come vengono accolti i bambini e come intervengono gli psicologi.

Abbiamo distribuito questo materiale informativo redatto dal Nucleo Piscologi Ana di Torino e Psicologi per i Popoli TorinoCome parlare a un bambino dopo una calamita

Come Parlare a un bambino dopo una calamità 

Una guida per genitori e insegnanti

I traumi possono essere di vario tipo e possono incidere più o meno intensamente sui bambini a seconda della loro natura, coinvolgendoli direttamente, nel caso in cui sono personalmente coinvolti, oppure indirettamente, quando, ad esempio, i bambini assistono, vedono in televisione o sentono parlare di un evento tragico.

I bambini rispondono al trauma in molti modi diversi. Alcuni manifestano reazioni subito dopo l'evento; altri sembrano stare bene per settimane o addirittura mesi, e poi cominciano ad avere comportamenti preoccupanti. Riconoscere i segnali che sono comuni in diverse fasce d'età può aiutare genitori ed insegnanti a riconoscere i problemi 

Asilo nido - Scuola materna

I bambini da 1 a 5 anni trovano particolarmente difficile metabolizzare un cambiamento o una perdita. Questi piccoli non hanno ancora sviluppato le loro personali capacità di affrontare la situazione, quindi devono appoggiarsi ai genitori, alla famiglia e agli insegnati per essere aiutati nei momenti difficili. 

 

I bambini molto piccoli potrebbero regredire ad un livello comportamentale precedente dopo un evento traumatico. Alcuni potrebbero ricominciare a succhiare il pollice o a bagnare il letto, o ad essere spaventati da animali, buio, "mostri". Potrebbero aggrapparsi ad un genitore o insegnante, o legarsi particolarmente ad un luogo dove si sentono al sicuro. 

 

Cambiamenti nell'appetito o nel sonno sono anche molto frequenti, come anche inspiegabili dolori. 

 

Altri sintomi da tenere sotto controllo sono problemi del sonno, dolori fisici, disobbedienza, iperattività, difficoltà nel parlare, aggressività o ricerca della solitudine. Potrebbero raccontare una versione esagerata dell'evento traumatico, oppure parlarne in continuazione. 

 

 

Prima infanzia 

 

I bambini tra i 5 e gli 11 anni potrebbero avere reazioni simili a quelli più piccoli. Potrebbero anche escludersi da giochi di gruppo con gli amici, competere per una maggiore attenzione da parte dei genitori, aver paura di andare a scuola, permettere che le prestazioni scolastiche calino,  diventare aggressivi o trovare difficile concentrarsi. Questi bambini potrebbero diventare più infantili, ad esempio chiedere di essere imboccati o vestiti.

 

Adolescenza

 

I ragazzi tra 12 e 14 anni solitamente si lamentano del loro fisico quando sono sotto stress, e potrebbero abbandonare attività di gruppo, sport, compiti, e altre responsabilità che precedentemente riuscivano a gestire. Anche se potrebbero competere con forza per l'attenzione dei genitori e degli insegnanti, potrebbero anche opporre resistenza, sfidare

l'autorità, diventare distruttivi in classe o a casa o anche sperimentare comportamenti molto rischiosi, come l'uso di alcool o droghe.

 

Questi giovani sono ad uno stadio di sviluppo in cui le opinioni degli altri sono molto importanti. Hanno bisogno di sentirsi considerati "normali" dagli amici e sono meno preoccupati di relazionarsi bene con gli adulti o partecipare ad attività in famiglia che una volta apprezzavano. 

 

Negli anni centrali dell'adolescenza, i ragazzi possono sentirsi inutili o colpevoli perché non possono assumersi le responsabilità piene degli adulti, quando la comunità reagisce al disastro. 

 

Nella tarda adolescenza, i ragazzi possono anche negare l'esistenza delle loro reazioni emozionali all'evento traumatico. 

 

 

 

COME AIUTARLI?

 

La rassicurazione è la chiave per aiutare i bambini dopo un evento traumatico.

 

-       I bambini più piccoli possono aver bisogno di frequenti contatti fisici, oltre che un supporto più di tipo verbale

 

-       Rispondete alle domande sul disastro in maniera onesta, ma non perdetevi in dettagli che potrebbero spaventarli

 

-       Non permettete che l’argomento domini tutte le conversazioni in famiglia o le lezioni in classe

 

-       Incoraggiate i bambini di tutte le età ad esprimere le loro emozioni attraverso la conversazione, il disegno, la pittura, collages, racconti, drammatizzazioni

 

-       Cercate di mantenere una routine normale a casa e a scuola

 

-       Incoraggiate e proponete ai bambini di partecipare ad attività di ricreazione

 

-       Riducete temporaneamente le aspettative sul rendimento scolastico o sulla responsabilità in casa

 

 

Come parlare

 

-       Date ai bambini la possibilità di fare domande e parlare di cosa vedono in televisione, supervisionandone sempre la visione

 

-       Non abbiate paura di ammettere che non conoscete tutte le risposte

 

-       È sempre importante spiegare cosa sia un terremoto, come funziona, perché avviene e sottolineare che ci sono tante persone sempre pronte ad intervenire in caso servisse.

 

-       Utilizzate un linguaggio che il bambino capisce, adatto alla sua età

 

-       Usate la catastrofe come un’opportunità per creare un “piano di emergenza familiare”: sentire che c’è qualcosa che si può fare conforta adulti e bambini

 

-       Discutete di paure e preoccupazioni

 

-       Incoraggiate i bambini a esprimere i loro sentimenti, rendendo accettabili e naturali anche emozioni negative, forti e problematiche

 

 

 

Quando parlare non è abbastanza...

 

Per i bambini più vicini alla scena della calamità, potrebbero essere richieste azioni più concrete

 

·      La famiglia come nucleo potrebbe richiedere una consulenza: i disastri spesso risvegliano la paura del bambino della perdita dei genitori, in un momento in cui questi potrebbero essere occupati nella gestione delle difficoltà pratiche ed emozionali

 

·      La famiglia potrebbe scegliere di permettere temporaneamente il comportamento regressivo: passare tempo extra con i genitori prima di andare a dormire, lasciare la porta della stanza leggermente socchiusa

Come parlare a un bambino dopo una calamita

 

Tecnologia in età evolutiva

Tecnologia in età evolutiva

Una semplice domanda: serve o non serve?

Campo estivo per famiglie con il Mir all'Alpe Scoggione

Campo estivo per famiglie con il Mir all'Alpe Scoggione

Vivi come Giochi dal 22 al 29 luglio